Percorsi Enogastronomici

Scrippelle
Scrippelle

La pasta. Famosi i maccheroni alla chitarra, i ravioli, le “scrippelle”, le “sagnacce”, la pasta alla mugnaia e alla pecorara. Altre tipicità sono i maccheroni alla mulinara, il rentrocelo, i tondini ed i ravioli di ricotta.

Tra le saporite zuppe ricordiamo il cardo in brodo, le virtù teramane (minestra di lunghissima preparazione con sette varietà di legumi secchi, sette di verdure fresche, sette di pasta e le cotiche di maiale). Tradizionali della cucina povera d’Abruzzo sono le minestre a base di pane come il pan cotto e le ciautelle.

L’olio. La produzione di olio di oliva è coltura agricola rilevante. L’ulivo qui porta i suoi frutti a una maturazione prevalentemente collinare. La qualità e le varietà sono eccellenti. Le zone più rinomate sono principalmente nei territori di Loreto Aprutino, Bolognano, Pianella, Collecorvino, Moscufo e la zona delle colline Teatine intorno a Lanciano e del Frentano nel vastese.

I vini. L’Abruzzo si ritaglia una fetta di mercato con vini Doc a denominazione propria: Montepulciano d’Abruzzo, Cerasuolo di Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo e con una non trascurabile produzione di vini igt, tra cui spicca il Pecorino nel territorio di Chieti.

I formaggi. La pastorizia è l’origine, l’essenza dello spirito abruzzese. Le mandrie di ovini, capre pecore e agnelli, le transumanze sugli antichi tratturi di cui si conservano e si preservano le tracce nel territorio danno vita ai formaggi della regione che sono ancora oggi il legame con la storia dei padri. Ecco dunque il pecorino di Farindola e di Atri, l’incanestrato di Castel del Monte, la pampanella, il pecorino del Sannio e del Parco, il formaggio Marcetto soprattutto del Teramano, la ricotta al fumo di Ginepro di Aversa, la formaggella del Sannio, i formaggi e la ricotta di stazzo. E via via una serie di formaggi di latte vaccino: la scamorze, il caciocavallo, la giuncatella.

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